Presentazione Se pensavate che cucinare fosse solo un’esigenza per nutrirsi, preparatevi a ricredervi: i Gamberi avvolti nel bacon su vellutata di zucca sono la scusa perfetta per sentirvi chef stellati… nel vostro salotto! È il piatto che urla “sono gourmet” senza essere troppo impegnativo, e che trasforma una cena in casa in un evento che nemmeno al ristorante. Insomma, perché accontentarsi di un banale toast quando potete conquistare i vostri ospiti con questa meraviglia? Preparate il grembiule e una buona dose di autoironia, si parte!
Preparazione dei gamberi avvolti nel bacon su vellutata di zucca
La zucca, ovvero la diva del forno Tagliate a metà la zucca, eliminate i semi come se steste scavando un tesoro, e farcite con aglio in camicia. Condite con olio, sale, pepe e qualche fogliolina di salvia. Avvolgete in un manto di carta stagnola e infilatela in forno preriscaldato a 240°C. Non sbirciate troppo: la zucca ama la privacy! Dopo 45 minuti, estraetela morbida e vellutata.
Trasformare la zucca in una crema da re Frullate la polpa della zucca con olio, acqua e un pizzico di sale. Il risultato? Una crema liscia e dorata che merita applausi.
Pulizia dei gamberi: roba seria Prendete i gamberi (non quelli surgelati che gridano “aiuto” dal freezer), eliminate testa e carapace, lasciando la coda per una questione di pura estetica. Non dimenticate di togliere l’intestino, perché nessuno vuole sorprese croccanti.
Il matrimonio perfetto: gamberi e bacon Avvolgete ogni gambero con una fetta di bacon. Siate generosi, ma non troppo: il bacon deve abbracciare, non soffocare.
Cottura e croccantezza Disponete i gamberi su una teglia e cuoceteli a 180°C per 10 minuti. Il profumo del bacon croccante inonderà la cucina, creando un’atmosfera degna di una cena stellata.
Impiattamento da Instagram Stendete la vellutata di zucca sul piatto, adagiate i gamberi e decorate con qualche puntino di panna acida. Per un tocco finale, foglioline di cerfoglio. Fotografate, servite e godetevi gli applausi.
Varianti da provare
Gamberi al lardo: un’alternativa ancora più intensa e rustica.